Dal Catullo – Il ruolo del volontariato in carcere

Grazie agli incontri con Jabar e gli altri volontari abbiamo capito che la nostra visione del carcere era assai distorta. La realtà non ha decisamente a che fare con i telefilm.

Abbiamo scoperto che le persone recluse nella casa circondariale di Baldenich  non dispongono di una mensa, per questo sono costretti a mangiare nelle loro celle; i cortili adibiti all’ora d’aria sono veramente di dimensioni ridotte.

Nonostante i disagi che comporta l’essere reclusi, queste associazioni promuovono la rieducazione: sia scolastica che sociale.

La persona all’interno del carcere vive una situazione di distacco dalla propria vita, dalla famiglia, dagli affetti. Il chiodo fisso è la libertà.

È per questo che queste associazioni operano nel carcere proponendo attività di svago o di insegnamento alle persone detenute che desiderano partecipare, in modo che il peso morale della loro situazione venga alleggerito e che loro vengano rieducati al reinserimento nella società dopo aver scontato la pena.

Pensiamo quindi che tutti i volontari che operano all’interno del carcere siano fondamentali per un buon intervento rieducativo e la soddisfazione di bisogni ai cui il carcere non sarebbe in grado di provvedere autonomamente.

A Scuola di Libertà – A.A. 2017/2018
Istituto di istruzione superiore Catullo, Belluno