Le scatole di natale arrivano a Baldenich, il rientro in carcere dopo nove mesi

E oggi dopo mesi e mesi di “astinenza” forzata sono, siamo rientrati in carcere. Finalmente.

Sembra impossibile rivedere con quasi “gioia” quelle mura che costringono persone ristrette in celle, in corridoi, in spazi angusti e chiusi. Eppure….c’era quella sensazione di “casa”, di posto conosciuto, un po’ vissuto ma non dimenticato. Ovvio, non sono le mura o le chiavi dei cancelli che ci animano questo sentimento di “appartenenza” o di familiarità, ma le persone che ci sono dentro, la loro situazione di “ristretti”, il loro obbligo di respirare aria chiusa e luce artificiale.

Un rientro, il nostro, dopo la sospensione delle attività dell’associazione causa Covid-19. Un rientro con motivazione doppia e significativa: la consegna delle scatole di Natale. Grazie alla generosità e alla solidarietà di molti cittadini della provincia di Belluno, anche i detenuti sono stati soggetto di questa campagna “Scatole di natale“, un messaggio alle persone deboli, fragili, sole, costrette, in situazioni al margine. Circa cento scatole destinate espressamente ai detenuti di Baldenich e noi Jabar destinati alla distribuzione nei vari settori del nostro carcere. Un gesto che ha provocato emozione a noi ma anche ai destinatari che con sguardi sorpresi ma anche riconoscenti hanno accolto questo dono inaspettato. Un momento di alta umanità che ha sfondato, per un attimo, quei muri, quei cancelli e quel tempo scandito e ripetitivo fatto di gesti consueti e inespressivi per la maggio parte. Uno squarcio nel cielo nuvoloso e triste, un sorriso e una battuta, uno scambio di auguri, un sentirsi parte di un qualcosa di più grande e inclusivo. Una fusione tra dentro e fuori, un taglio momentaneo al reticolato che divide, che differenzia, che discrimina.

Poca cosa, forse, ma non per noi. Non una semplice “buona azione” ma un gesto di contatto e di dialogo interrotto dalle ulteriori restrizioni sanitarie. Volti nascosti a metà dalle mascherine ma in cui si riconosce un sorriso, si sente una frase, un ringraziamento, uno stupore.

Restiamo umani, sempre.

Lino Di Sano