Dal Cadore – “Turbato, agitato, emozionato: grazie M.!”

di Edoardo Buzzi, 4^ liceo lingustico Cadore

Nel mese di febbraio 2021 ci siamo riuniti virtualmente per ascoltare le parole di un ex detenuto. Durante le due ore passate insieme a M. noi alunni, rappresentanti la classe quarta del liceo linguistico Cadore, abbiamo posto delle domande, delle curiosità in merito alla vita in carcere e alla sua esperienza. I giorni prima dell’incontro virtuale, ho cercato di crearmi un’immagine di questa persona analizzandola mentalmente, seppur non conoscendola.

Avevo qualche pregiudizio? Sì, ce l’avevo, ma penso sia normale vista la mia età e la poca, se non nulla, esperienza in questo campo.

Inizialmente provavo emozioni differenti, passando dall’essere emozionato all’essere talvolta turbato e agitato nell’attesa di conoscere la sua persona, la sua voce e il suo volto.

La prima conclusione che ho tratto nel momento in cui l’ho visto è che mi ero sbagliato, o per lo meno, mi ero creato dei film mentali diversi su M. rispetto a come è realmente. Un uomo semplice, solare e dalle capacità oratorie per niente indifferenti; un uomo spigliato, sincero, ma soprattutto pentito: i suoi occhi mentre raccontava la sua permanenza in carcere volevano dire tanto.

Ho notato tristezza, del rammarico e qualche volta un po’ di vergogna.

Durante la lezione più e più volte mi sono domandato come anche un uomo così buono e gentile come lui abbia potuto commettere un crimine e sono arrivato ad una conclusione: spesso nella nostra vita ci troviamo innanzi a dalle decisioni da prendere o a delle vie da percorrere e non sempre scegliamo quelle giuste. Di conseguenza tendiamo a imboccare delle scorciatoie, d’altronde l’indole umana è quella di ottenere tanto con poco, ma non sempre è così.

Mi ha stupito!

Prima di questa riunione non lo conoscevo, pertanto posso giudicarlo solo in base a ciò che ho visto e sentito. Probabilmente prima del carcere era una persona diversa, chi lo sa, ma sicuramente questa esperienza l’ha cambiato in meglio, ha fatto si che rinascesse umanamente.

Continuava a ripeterci: “non agite nella stessa maniera in cui ho agito io”, “la vita in carcere non è bella”. Penso che ci abbia insegnato e migliorato dal punto di vista umano.

Non posso che dire “grazie M.” per averci trasmesso con il tuo carisma delle emozioni che non sempre sono facili da esternare.